Eroine multitaskingDonne, la vostra vita è incasinatissima fra lavoro, famiglia, amiche, panni da stirare, cene, ecc.? Ecco il vostro manuale di sopravvivenza. Giovanna Gallo, alias @gioska23, nota blogger e freelance per Cosmopolitan ed F lo scorso maggio ha pubblicato il suo primo e-book “Eroine Multitasking”. Per capirci di più le ho fatto questa intervista semi-seria.

– Il tema del tuo e-book è nel titolo. Anche tu come Roberto Saviano hai indagato sul mondo della droga. E’ stato pericoloso infiltrarsi nella rete dei narcos colombiani?
– E’ stato veramente difficile per me che sono una donna infilarmi in quegli ambienti. Con Roberto ci siamo parlati più volte per capire se era il caso di differenziare i contenuti, visto che saremmo usciti nello stesso periodo: a malincuore abbiamo deciso che lui si teneva la droga e io la fuffa (a malincuore per me: sono notoriamente una scrittrice impegnata. Lui la fuffa non sa neanche cosa sia).

– Hai ragione scusa…per fortuna siamo blogger e queste gaffe (o minchiate chedirsivoglia!) ci vengono perdonate. A parte gli scherzi cosa racconti nel tuo e-book?
– Dopo aver abbandonato l’idea dell’introspezione psicologica, quella del documentario sul mondo dei narcos e sull’approfondimento delle questioni più pressanti che riguardano l’economia mondiale ho deciso di parlare di donne che fanno molte cose, tutte contemporaneamente, a volte in preda agli ormoni ma sempre lucide e ironiche. Nel libro, che è un “piccolo manuale per donne incasinate”, racconto alle lettrici (ma anche ai lettori, che apprezzano molto) due fasi della loro vita che sicuramente hanno vissuto: quelle della nascita di una relazione fino alla convivenza e quelle invece legate alla sfera più personale, che ho chiamato “farcela da sole”. Sono microcapitoli tematici che raccontano diverse situazioni in cui, sono sicura, molte donne si riconosceranno.

– Ma qual è quindi il vostro segreto per essere “multitasking”? L’eroina che da il titolo al libro?
Secondo me – nel senso che con me funziona – è l’entusiasmo. Ci sono momenti in cui prenderei a testate il muro, ma di base sono un’ottimista, una che sdrammatizza, che cerca di fare la battuta anche lì dove proprio non ti viene in mente. Essendo una donna ed essendo multitasking anche solo mentalmente – nel senso che riesco ad avere in testa un casino di cose – ho capito che l’unico modo per uscire viva dalle mie giornate è ridere di me stessa, di quello che mi capita o delle storie che mi raccontano.

– Io ad esempio non riesco a guardare la tv e usare il telecomando contemporaneamente (scherzo ovviamente!). Siamo uomini destinati all’assistenza coniugale oppure seriamente cosa dovremmo fare per riuscire a fare più cose contemporaneamente?
– Mettervi d’impegno! Molte cose non le fate per partito preso: questo non l’ho mai fatto! Questo non lo so fare! Questa è una cosa da femmine! Non parlo di lavori di casa o di fare la spesa in modo oculato senza tornare a casa con il mega fustino di detersivo da sedici euro solo perché non avevate voglia di cercare quello più conveniente. Parlo sopratutto di sostegno nella vita sociale – tipo quando “organizzate” delle cene con amici e poi comunque a noi tocca la vera parte organizzativa, oppure ci tenete a fare un bel regalo ai vostri genitori ma, guarda caso, siamo sempre noi che andiamo a comprarlo fisicamente…insomma, non è che non lo sapete fare: non volete! Quindi, il segreto è: provateci, magari (magari!!) siete più bravi di noi!

– Possiamo definirlo come un manifesto femminista 2.0?
Direi di no, nel senso che non sono femminista e conosco i nostri limiti. In molti mi hanno suggerito un titolo alternativo per Eroine, ovvero Ormoneide: quei giorni al mese in cui siamo possedute e in cui facciamo e diciamo cose assurde, di solito al fidanzato malcapitato, sono stati per me fonte di massima ispirazione, ma sempre con l’ironia in mano, a volte anche esagerando. Per me l’esagerazione è la chiave dell’umorismo, quindi più che un manifesto femminista, se proprio dobbiamo volare alto e per fare concorrenza al mio amico Roberto Saviano, lo definirei “il più grande manifesto dell’umorismo del ventunesimo secolo”.

– Qualcuno ha detto che ‘una donna deve fare meglio dell’uomo il doppio per essere apprezzata la metà’. Credi che sia questa la situazione che le donne vivono in Italia?
Assolutamente sì, soprattutto sul lavoro. Casi di discriminazione causa “problemi” femminili (vedi ad esempio le maternità) li sento tutti i giorni e mi sembra assurdo che, in un Paese in cui troviamo donne anche alle cariche più alte e in posizioni d’eccellenza, dobbiamo ancora giustificarci perché siamo donne. Meno male che siamo donne, dico io. Vorrei proprio vedervi voi uomini senza il nostro supporto.

– L’ironia che condisce i tuoi racconti è la soluzione per uscire da questa sorta di “ghettizzazione” sociale dell’universo femminile?
– Di certo aiuta, nel senso che a me piace, come ti dicevo, esagerare, a volte anche gonfiare lo stereotipo, per puro artificio umoristico, anche se quello che racconto nel libro, sui social network o sul mio blog da anni è vita quotidiana condita da ironia. Di certo questo mi salva quando sono giù, quando penso alle tasse da pagare, al fatto che, pur lavorando da anni con ottimi risultati, ad oggi non mi darebbero un mutuo perché sono una freelance. Tornando alla tua domanda però: hai davvero detto ghettizzazione? E io ho davvero risposto anche se nella domanda compariva la parola “ghettizzazione”?

– E’ vero che nell’ultimo capitolo lui che insegue lei fino all’aeroporto e le dichiara il suo amore sotto la pioggia?
Ti stupirò: volevi fare la battuta ma la scena che racconti, pilastro di ogni commedia rosa che si rispetti, la cito eccome: non sul finale, quello è dedicato a mia madre (come tutto il libro, d’altronde, essendo lei la donna multitasking originaria). MI piaceva l’idea di smontare le scene romantiche che siamo abituati a vedere al cinema – come quella dell’inseguimento che citi tu, oppure dell’incontro-scontro, o dei matrimoni che, nei film americani, sono sempre all’aperto sotto un gazebo e piove solo quando due si devono dire addio – e analizzarle in chiave ironica. Anche se sono una grandissima consumatrice di commedie romantiche, sono abbastanza lucida da capire che la proposta di matrimonio che mi vedrà protagonista spero entro tre anni (TRE ANNI, ribadisco) non avverrà mai al SuperBowl sul maxischermo che inquadra lui mentre si inginocchia (preferisco una mongolfiera con su inciso il mio nome (entro tre anni, ripeto!).

Nell’attesa che il compagno di Giovanna, l’esperto di Social Media Marketing Davide Licordari entro tre anni le faccia questa proposta di matrimonio, ci leggiamo il suo e-book. Dove acquistarlo? Su Amazon naturalmente. E se volete contattare Giovanna per tenervi aggiornati sulla sua proposta di matrimonio, ma non solo, connettetevi alla sua pagina Facebook, followatela su Twitter o seguitela su Instagram.