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Roma in atto. Dolce & Gabbana Alta Moda riscrive il paesaggio simbolico della città eterna

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Dal 12 al 16 luglio 2025, la città di Roma sarà teatro di un’operazione culturale senza precedenti, in cui l’alta moda abbandonerà i suoi tradizionali contenitori neutri per inscriversi all’interno della struttura identitaria della città antica. Dolce & Gabbana Alta Moda approda per la prima volta a Roma con un progetto che non si limita alla sfera dell’evento, ma si propone come un intervento di natura estetica, urbanistica e patrimoniale. Un vero e proprio “innesto” nel corpo vivo della Capitale, che riconfigura i luoghi simbolici della romanità – via Veneto, Villa Adriana, Fori Imperiali, Ponte Sant’Angelo e Cinecittà – come spazi performativi dove la moda agisce come linguaggio storico e civile.

Il titolo scelto, Il Trionfo della Bellezza, non ha funzione meramente evocativa. Si pone, piuttosto, come dichiarazione d’intenti: non celebrare un ideale astratto, bensì rimettere in circolo la bellezza come categoria operativa, capace di tessere relazioni tra passato e presente, tra cultura materiale e immaginario collettivo. Come dichiarato da Domenico Dolce in conferenza stampa, “Roma è una città sacra, stratificata, complessa. Sfilare qui è per noi un esame di maturità”. Una scelta che rivela il carattere riflessivo dell’operazione: non esibizione, ma restituzione.

Il programma prenderà avvio il 12 luglio con un omaggio al cinema di Federico Fellini e alla Dolce Vita, in un’azione diffusa lungo via Veneto. Qui sarà allestita “Secret Dolce Vita”, mostra fotografica a cielo aperto curata da Edoardo Dionea Cicconi, con oltre sessanta scatti inediti. Si tratta di un intervento site-specific in senso proprio, che trasforma la storica via del mito cinematografico in una galleria en plein air, accessibile al pubblico fino al 17 luglio. L’archivio visivo proposto non sarà solo nostalgia, ma dispositivo critico: un’analisi sul modo in cui l’immaginario della bellezza italiana si è sedimentato nella cultura globale attraverso il filtro del cinema.

Il 13 luglio, il focus si sposterà a Villa Adriana, dove sarà presentata la collezione di alta gioielleria. La scelta del sito – residenza privata dell’imperatore Adriano – non è casuale: l’imperatore-filosofo, architetto e collezionista, rappresenta un modello di creatività assoluta, in cui potere, arte e visione convivono. La collezione sarà, di fatto, una trasposizione contemporanea del concetto romano di luxus, non inteso come ostentazione ma come affermazione di un ordine armonico tra forma e significato.

Ma è il 14 luglio che il progetto raggiungerà la sua apoteosi concettuale: ai Fori Imperiali sarà presentata la Collezione Alta Moda, preceduta da rievocazioni storiche e azioni performative. È la prima volta che un brand di moda accede a questa area con una narrazione tanto articolata e simbolicamente densa. La scelta dei Fori – via sacra della fondazione romana – non ha soltanto valore evocativo, ma costituisce una dichiarazione estetica e politica. In parallelo, Dolce & Gabbana presenteranno il progetto di Illuminazione Artistica Foro Romano – Palatino, intervento di valorizzazione paesaggistica e museografica che sarà realizzato entro marzo 2029 tramite sponsorizzazione tecnica. Si tratta, di fatto, di un caso esemplare di corporate patronage che coniuga alta moda, tutela del patrimonio e responsabilità culturale.

Il 15 luglio, l’attenzione si sposterà sull’alta sartoria maschile, con una sfilata che attraverserà Ponte Sant’Angelo. L’evento sarà preceduto da un omaggio alla sartoria ecclesiastica romana, realizzato in collaborazione con la storica Sartoria Tirelli. Tale scelta introduce una riflessione sulle matrici rituali e simboliche del vestire maschile, e riafferma il ruolo dell’Italia – e di Roma in particolare – come epicentro mondiale della produzione sartoriale di eccellenza. Nell’ambito della stessa giornata verrà presentato un piano di interventi di restauro e valorizzazione all’interno del complesso monumentale di Castel Sant’Angelo: dal recupero della statua dell’Arcangelo Michele alle decorazioni del Corridoio Pompeiano, dalla Cappella di Leone X fino agli affreschi del cortile di Alessandro VI. Anche in questo caso, la moda non si limita a rappresentare la bellezza: la finanzia, la protegge, la rinnova.

La cerimonia conclusiva, prevista per il 16 luglio negli studi di Cinecittà, ricomporrà le diverse anime del progetto in una narrazione visiva totale. La Roma imperiale, la Suburra popolare e la Roma cinematografica degli anni Sessanta saranno rievocate attraverso uno storytelling immersivo che intreccia scenografia, costume e citazione storica. L’allestimento – ispirato alla grande tradizione dei set di Cinecittà – non sarà soltanto décor, ma ambiente semiotico: uno spazio dove l’archeologia del potere si incontra con l’estetica del sogno.

Non è dunque un caso che Fedele Usai, direttore generale del brand, abbia sottolineato come l’intera operazione sia il risultato di oltre quattordici mesi di lavoro strategico, inter-istituzionale e progettuale. L’evento rappresenta un modello avanzato di event-based urban regeneration, capace di generare valore sia in termini economici che simbolici. Come dichiarato dall’assessore Alessandro Onorato, “Roma ha bisogno di investimenti intelligenti e visioni condivise. Dolce & Gabbana hanno scelto di scommettere sulla città, e la città risponde aprendo spazi, competenze e desiderio”.

Infine, resta il gesto di Domenico Dolce sotto le colonne del Pantheon, raccontato con disarmante precisione: “Ho pensato a come quei fusti sono arrivati qui dall’Arabia, e alla loro collocazione perfetta. Quella visione è ancora oggi insuperata”. È proprio in quella visione – nel riconoscere dove le cose stanno bene – che si gioca la sfida più profonda dell’alta moda italiana: vedere, interpretare, comporre.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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