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Riapertura al Museo Egizio: Il Futuro dell’Antico Egitto Rivive a Torino

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La Galleria dei Re e il Tempio di Ellesiya riaprono dopo un accurato restauro, tra celebrazioni del bicentenario e riflessioni sull’evoluzione museale

Il Museo Egizio di Torino si prepara a un nuovo capitolo della sua lunga storia, celebrando il bicentenario della fondazione con la riapertura della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya. Dopo otto mesi di accurati restauri e riallestimenti, queste due importanti sezioni del museo sono pronte ad accogliere il pubblico con un nuovo splendore, combinando bellezza storica e un approccio moderno alla fruizione culturale. La visita in anteprima del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al Ministro della Cultura Alessandro Giuli e al Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità dell’Egitto Khaled Mohamed Ismail, segna l’inizio di una serie di celebrazioni che si protrarranno fino al 2025.

Il Museo Egizio è il più antico museo al mondo interamente dedicato alla civiltà faraonica, e il bicentenario rappresenta un’occasione unica per riflettere non solo sul patrimonio storico che custodisce, ma anche sul suo ruolo nel contesto contemporaneo. La ristrutturazione della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya, affidata allo Studio OMA – Office for Metropolitan Architecture di Rotterdam, è il simbolo di questo rinnovamento, che vuole mettere in dialogo passato e futuro, archeologia e architettura, memoria e innovazione.

La Galleria dei Re, interamente ripensata e curata da un team internazionale di egittologi, offre una nuova prospettiva sull’epoca dei faraoni, arricchendo l’esperienza del visitatore con scenografie immersive e supporti digitali capaci di far rivivere la regalità dell’antico Egitto. Gli imponenti busti e statue colossali, ora esposti con una luce diversa, non sono solo oggetti da ammirare, ma diventano protagonisti di una narrazione che svela il contesto culturale e sociale di cui erano parte. Un equilibrio accurato tra il rigore scientifico delle informazioni e una dimensione esperienziale più accessibile è stato perseguito dai curatori, che hanno voluto dare voce alla civiltà egizia in tutta la sua complessità.

Il Tempio di Ellesiya, donato dal governo egiziano all’Italia negli anni Sessanta come riconoscimento per la collaborazione italiana nel salvataggio dei monumenti della Nubia, torna ora al suo antico splendore grazie a un meticoloso lavoro di restauro. La Cappella rupestre, situata nella nuova area di accesso da via Duse, è stata riallestita con un’attenzione particolare al contesto storico e al significato originario del tempio. Un video mapping suggestivo, realizzato da Robin Studio, racconta il lungo viaggio del tempio verso l’Italia, restituendo al pubblico la dimensione storica e simbolica di questo prezioso monumento.

Parallelamente, il Museo Egizio ha avviato un programma di residenze d’artista per riflettere sul ruolo di un museo archeologico contemporaneo. Tra i primi protagonisti di questa iniziativa troviamo Ali Cherri e Sara Sallam, due artisti che, con approcci distinti, indagano il dialogo tra passato e presente. Ali Cherri, vincitore del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2022, ha creato l’installazione “Returning the Gaze” (2024), collocata nel vestibolo della Galleria dei Re. L’opera, sviluppata in collaborazione con il direttore del Museo, Christian Greco, e il curatore Paolo Del Vesco, riflette sulla storia della collezione e sul ruolo degli oggetti museali nella società moderna. La sua installazione si concentra su sette reperti privi di occhi o sguardo, che sono stati digitalmente scansionati, reinterpretati dall’artista e ricostruiti in bronzo lucido presso la Fonderia artistica De Carli di Torino, restituendo simbolicamente lo sguardo agli antichi manufatti e aprendo un dialogo tra la loro biografia e la percezione del pubblico odierno.

Sara Sallam, artista egiziana, propone una narrazione decoloniale attraverso le sue opere, interrogandosi sul significato della musealizzazione e sulla rappresentazione dell’identità culturale. La sua residenza ha portato alla creazione di un progetto che invita i visitatori a riflettere criticamente sulla storia e sulla memoria collettiva, offrendo nuove prospettive sulla relazione tra passato e presente.

Evelina Christillin, presidente del Museo, e Christian Greco, direttore, hanno sottolineato l’importanza del progetto: “Il bicentenario è un momento di riflessione sulla nostra storia e sul futuro che vogliamo costruire. Il Museo è un organismo vivo, un luogo di ricerca e di inclusione, dove ogni visitatore può scoprire l’antico Egitto e interagire con la sua storia. Ci siamo posti delle domande difficili: che ruolo deve avere oggi un museo archeologico? Conservare o reinterpretare? E cosa ci manca ancora, dopo due secoli di esplorazioni e scoperte?

Questa filosofia è stata alla base del grande progetto di trasformazione architettonica del Museo, che si completerà nel 2025 con la realizzazione della corte coperta in vetro e acciaio e di un innovativo ipogeo. Una sfida che ha coinvolto partner pubblici e privati, tra cui la Fondazione CRT, la Fondazione Compagnia di San Paolo e il Gruppo Ferrovie dello Stato, tutti impegnati nel sostenere la realizzazione di un museo aperto al mondo e capace di dialogare con la contemporaneità.

Le giornate dal 20 al 22 novembre segnano l’inizio di un fitto calendario di iniziative per celebrare il bicentenario: ingresso gratuito su prenotazione, una Notte Bianca con happening e performance artistiche, conferenze e speed lecture pensate per avvicinare il grande pubblico alla storia e alla cultura dell’antico Egitto. Il 22 novembre si terrà anche un incontro tra Christian Greco e Ali Abdelhalim Ali, direttore del Museo Egizio del Cairo, a suggellare una collaborazione internazionale che guarda al futuro della ricerca archeologica.

Il restauro della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya rappresenta non solo un ritorno al passato, ma anche una proiezione verso nuovi orizzonti. Come ha dichiarato David Gianotten, Managing Partner di OMA, “L’opportunità di progettare questi spazi ci ha spinto a esplorare come l’esperienza museale contemporanea possa integrarsi con il contesto storico dei reperti, attraverso una visione architettonica che valorizza sia il monumento sia l’esperienza del visitatore.” Un approccio che mira a ridefinire l’idea stessa di museo, non più inteso come luogo statico, ma come spazio dinamico di apprendimento e partecipazione, capace di suscitare curiosità e meraviglia.

Nel bicentenario del Museo Egizio, Torino si afferma ancora una volta come uno dei centri culturali più importanti d’Europa, capace di guardare alle radici della civiltà umana e, al contempo, di proiettarsi verso il futuro. Il Museo non è solo un contenitore di antichità, ma una finestra sul passato e uno strumento per comprendere meglio il nostro presente. Le celebrazioni proseguiranno fino al 2025, in un percorso che vuole continuare a stupire, educare e ispirare le generazioni future. Photocredit MuseoEgizioTorino

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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