La Conversione di Saulo di Caravaggio
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La Conversione di Saulo di Caravaggio

La Conversione di Saulo di Caravaggio rimarrà eccezionalmente esposta a Palazzo Barberini fino al 30 settembre 2025.

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Il celebre dipinto del Merisi rimarrà eccezionalmente esposto a Palazzo Barberini: un’occasione unica per continuare ad ammirare la celebre Pala Odescalchi anche dopo la chiusura della mostra Caravaggio 2025

Sulla scia del grande successo della mostra Caravaggio 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica annunciano che la Conversione di Saulo – uno dei vertici della produzione del Merisi, noto come Pala Odescalchi – resterà straordinariamente esposta nelle sale di Palazzo Barberini fino all’autunno.

Dal 24 luglio al 30 settembre 2025, il prezioso olio su tavola del Maestro lombardo sarà infatti ospitato nella Sala Paesaggi al piano nobile del museo, in dialogo con la copia ad altissima definizione della versione della Conversione realizzata da Caravaggio per la Cappella Cerasi, nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. A completamento del dossier espositivo dedicato alla Pala Odescalchi sarà inoltre presentata la riflettografia infrarossa realizzata in occasione del restauro dell’opera nel 2006.

Nel 1600 il banchiere Tiberio Cerasi commissionò a Caravaggio due dipinti per la sua cappella di famiglia. Per ragioni ancora poco chiare, le due opere – tra cui la Conversione di Saulo – non furono mai esposte nella Cappella, e il Merisi ne realizzò due nuove versioni, questa volta su tela, che oggi si possono ancora ammirare in Santa Maria del Popolo a Roma, di proprietà del Fondo Edifici di Culto.

La pala originaria, invece, dopo vari passaggi di proprietà, è confluita nella collezione di Nicoletta Odescalchi, a cui appartiene tuttora.

Lo straordinario accostamento delle due versioni della Conversione di Saulo consente di approfondire il processo creativo del Merisi e le profonde trasformazioni nella sua concezione pittorica, tra pathos drammatico e introspezione mistica. La prima versione – la cosiddetta Pala Odescalchi – colpisce per l’energia compositiva, il dinamismo della scena popolata da una “folla” di personaggi e per l’uso di colori particolarmente vivaci e brillanti. Diversa e successiva la versione oggi conservata in Santa Maria del Popolo – qui presentata in una riproduzione ad altissima risoluzione – fu dipinta su tela e in forma più raccolta, silenziosa e intima.

Il focus sulla Pala Odescalchi si conclude con l’esposizione della copia della riflettografia infrarossa del dipinto, realizzata in occasione del restauro nel 2006: uno strumento che consente di evidenziare le scelte tecniche e compositive adottate da Caravaggio per quest’opera straordinaria. L’insolito supporto, costituito da sette assi orizzontali di cipresso, con una fascia perimetrale aggiunta in epoca successiva, ha richiesto una preparazione atipica per il Merisi: al posto della consueta imprimitura scura, l’artista ha utilizzato un fondo grigio chiaro steso in diagonale per simulare la trama della tela. La riflettografia ha rivelato anche incisioni a stilo, disegni a pennello e numerosi ripensamenti: il volto di Paolo è stato modificato più volte; Cristo era inizialmente senza barba; sono evidenti variazioni nelle armi, nella vegetazione e nei dettagli decorativi. A rendere ancora più vibrante la superficie pittorica contribuisce infine l’impiego di pigmenti pregiati e rari per Caravaggio, come l’azzurrite, l’argento e l’oro.

La riproduzione della Conversione di Saulo di Santa Maria del Popolo è stata realizzata da HALTADEFINIZIONE grazie al Fondo Edifici di Culto, Direzione Centrale degli affari dei culti e per l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.

Le indagini diagnostiche sono state fornite da M.I.D.A. di Claudio Falcucci.
Partner assicurativo dell’evento MAG JLT.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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