C’è un punto in cui la paura si trasforma in forza. Per Nina Duschek, quel punto ha preso il nome di “New Life”: una canzone che non nasce solo da un momento di ispirazione, ma da un vero e proprio cambio di prospettiva, dalla decisione di smettere di nascondersi e iniziare a vivere la vita che ha sempre desiderato.
Dopo aver conquistato l’attenzione del pubblico a X Factor 2025, dove ha raggiunto la fase dei Bootcamp, Nina torna con un singolo che è molto più di una dichiarazione artistica: è una confessione, un rito di passaggio. “New Life” nasce — racconta lei — da una notte di solitudine e consapevolezza, quella in cui ha capito che i sogni, se li respingi, non ti lasciano in pace. Ti inseguono finché non decidi di seguirli.
Il brano, prodotto da Fabian Pichler, intreccia il fascino vintage degli anni ’70 con sonorità contemporanee e un sorprendente tocco futuristico. Nel suo bridge, la voce di Nina si fa quasi digitale, evocando un mondo sospeso tra Janis Joplin e Daft Punk, tra anima e macchina, dolore e rinascita.
Anche il videoclip, diretto da Jakob Dellago, riflette questo dualismo: una fuga da un manicomio che diventa metafora della liberazione dalle proprie catene interiori. È un atto di ribellione, ma anche di amore per se stessi. Nina, oggi, non ha più paura di mostrarsi sensuale, forte, autentica — e di rivendicare quella femminilità che per troppo tempo ha tenuto nascosta “per non dare fastidio”.
La sua “nuova vita” è un inno alla trasformazione quotidiana, a quella crescita che non si ferma mai. “Tutto va avanti”, dice lei — e nella sua voce si percepisce la forza di chi ha imparato a guardare in faccia la propria fragilità e a farne arte. Dopo “New Life”, Nina è già al lavoro su un nuovo EP, con l’ambizione di spingersi ancora più in là, forse verso nuovi talent o collaborazioni con le grandi voci della scena italiana.
Ma, per ora, la sua rinascita è già qui: in questa canzone che trasforma il buio in luce, la paura in libertà e la follia in verità.
E proprio di questa rinascita — personale, artistica e spirituale — Nina Duschek ci ha parlato in una lunga intervista, in cui si racconta senza filtri: dal coraggio di ricominciare alla scoperta della propria voce interiore, passando per il significato profondo di New Life e i sogni che la inseguono da sempre.
“New Life” parla di rinascita e trasformazione interiore. Qual è stato il momento preciso in cui hai capito che era arrivato il tempo di scrivere questa canzone e voltare pagina?
È stato nel 2023, quando sono tornata a casa di notte dopo essere andata in discoteca. Mi ricordo di essere stata molto ubriaca e triste, e che mi era arrivato un colpo d’ansia con il pensiero che non ce la farò mai ad avere successo nella musica e che questo sogno è solo un’illusione. Il giorno dopo ho capito che le strade erano due: o lascio stare la musica, oppure cambio totalmente e divento una nuova persona – ovvero, la persona che ho sempre saputo di voler essere, quella che sono io veramente. Sapevo che era il momento di lasciare alle spalle la mia vecchia vita, con i miei dubbi e le mie insicurezze, perché, per raggiungere tutto ciò che voglio raggiungere, non posso più essere la vecchia Nina di una volta. Da lì è iniziata la mia nuova vita: ho iniziato a pensare diversamente di me stessa, a credere in me, a vestirmi in modo diverso, a provare cose nuove anche artisticamente… e, di conseguenza, è arrivata anche l’idea di scrivere “New Life”.
Il brano unisce influenze anni ’70 e sonorità contemporanee: come sei arrivata a questo equilibrio sonoro e quali artisti ti hanno maggiormente ispirata nella produzione?
Il mio produttore, Fabian Pichler, e io ci siamo ispirati a una canzone in particolare: “Try” di Janis Joplin. Volevamo richiamare il suono vintage del mio vecchio album Bandana Revolution, che anch’esso si ispirava molto al mondo degli anni ’70, ma questa volta, con “New Life”, volevamo renderlo più moderno, perché desideravamo creare qualcosa di nuovo. Per questo a Fabian è venuta l’idea di alzare il pitch della mia voce nel bridge, rendendola più futuristica e digitale — un effetto che a me ricorda un po’ i Daft Punk. In questo modo siamo riusciti a fondere i due mondi, dando un tocco di maggiore originalità al brano.
Racconti di una fase di allontanamento dalla musica: cosa ti ha fatto ritrovare il coraggio di tornare a scrivere e cantare?
Ci sono stati vari periodi nella mia vita in cui ho fatto fatica a credere davvero in me stessa e nel mio sogno di fare musica. Sono stata in una relazione tossica che, sicuramente, non ha contribuito alla mia autostima, e per tanto tempo mi è stato difficile credere che proprio io potessi farcela con la musica. Per un lungo periodo il mio sogno mi sembrava piuttosto un’illusione, quasi un capriccio di un bambino, qualcosa che non potevo prendere sul serio. Ciò che, nonostante tutto, mi ha fatto continuare sulla mia strada è stato il sussurro della mia voce interiore, che non smetteva mai di dirmi che dovevo fare musica. Secondo me, i veri sogni sono quelli di cui non possiamo fare a meno. È come se, alla fine dei conti, fossero loro a decidere del nostro futuro, come se volessero vivere la loro vita attraverso di noi. Si dice sempre che siamo noi a dover inseguire i sogni… ma, secondo me, sono i sogni a inseguire noi per primi, e non ci lasceranno mai in pace finché non decideremo di inseguirli davvero.
“New Life” sembra quasi una canzone-terapia, un viaggio catartico. Ti ha aiutata a guarire da qualcosa o a comprendere meglio una parte di te stessa?
Con “New Life” mi sono data il permesso di vivere la mia vita come la voglio io. Per tanto tempo, per esempio, ho sempre avuto paura di sembrare arrogante se brillavo e se ero tutto ciò che volevo essere. Per questo mi sono sminuita, per non dare fastidio, e mi sentivo al sicuro solo se non pestavo i piedi a nessuno. “New Life” mi ha fatto capire che quella vita appartiene al passato e che compiacere gli altri o rendermi più piccola di ciò che sono non sarà mai la mia risposta. La mia risposta, la mia cura, sta nella ribellione, nella rinascita, nel fare tutto ciò che la mia mente mi ha sempre impedito di fare. E spero che “New Life” possa essere d’aiuto anche ad altre persone che sentono che è giunto il loro momento di trasformarsi.
Nel videoclip firmato da Jakob Dellago interpreti una sorta di fuga da un manicomio, tra simbolismo e potenza visiva. Come è nato questo concept e quanto ti sei riconosciuta in quella rappresentazione?
In primo luogo volevo realizzare un video musicale che, visivamente, fosse in contrasto con la musica, per renderlo più originale. Per questo mi è venuto in mente di vestirmi in modo un po’ più trasgressivo, quasi dark, e di aggiungere elementi che, a prima vista, non sembrano centrare nulla, come la camicia di forza. Mi piace questo concetto della fuga dal manicomio, perché mi ci ritrovo molto. “New Life” è una canzone che ci aiuta a trasformarci, ma non in una versione qualunque di noi stessi: ci aiuta a diventare quella versione di noi che abbiamo sempre avuto paura di mostrare al mondo, quella con cui rischiamo di essere irriconoscibili, di sembrare pazzi o fuori di noi. Non solo agli occhi degli altri, ma anche a quelli della nostra stessa mente, perché siamo usciti dai limiti autoimposti e non ci lasciamo più influenzare dalle opinioni altrui. È proprio per questo che ho voluto usare la camicia di forza, per sottolineare il concetto della “pazzia” come simbolo di liberazione.
C’è un dettaglio del video — la camicia di forza, le calze strappate, lo sguardo intenso — che ti è rimasto particolarmente impresso o che rappresenta meglio la tua “nuova vita”?
Sicuramente, mostrarmi così sensuale al mondo è qualcosa che non avrei mai pensato di fare. Mai nella vita avrei immaginato di indossare delle calze a rete e dei tacchi così alti. Questa sensualità, però, è sempre stata una parte di me, anche se per molto tempo, forse, mi vergognavo di mostrarla. Oggi voglio incarnarla pienamente e ispirare tante donne là fuori a esprimersi come vogliono, senza paura di essere criticate se scelgono di farlo in modo più libero. La sensualità femminile è sacra e, prima di tutto, appartiene a noi donne: voglio che ci diamo il permesso di esprimerla pienamente, perché è così che entriamo nella nostra forza e nella nostra energia femminile — e non è niente di cui dovremmo vergognarci.
Dopo aver vissuto un’esperienza forte come X Factor 2025, cosa hai portato con te da quel percorso? C’è qualcosa che hai imparato su te stessa o sull’industria musicale che non ti aspettavi?
Di sicuro X Factor mi ha dato tanta autostima, soprattutto dopo l’esito dei quattro “sì” e dopo tutto il feedback positivo che ho ricevuto da così tante persone che mi hanno scritto e commentato sui social. Già stare lì, su quel palco, a suonare e cantare davanti alla giuria è stato un grande allenamento, e mi rendo conto di sentirmi ancora più sicura sul palco dopo aver intrapreso quest’avventura. Quello che ho imparato è che va bene se non piaccio a tutti. La mia performance è piaciuta a molti, ma altri non li ha convinti. Una critica ricorrente che ho ricevuto su internet è che dovrei essere “più umile” — una frase che mi ha colpita, poiché ho sempre avuto paura di sembrare arrogante o troppo poco umile. L’esperienza di X Factor, però, mi ha fatto capire che ci sarà sempre qualcuno che avrà una certa percezione di me, che io, di certo, non potrò cambiare. Devo andare avanti per la mia strada, credere in me stessa ed essere convinta di ciò che faccio — e se questo può sembrare poco umile a qualcuno, va bene; ma io non posso più compiacere gli altri solo per non dare fastidio.
Hai parlato di relazioni tossiche e insicurezze: quanto pensi che la musica possa essere un mezzo per liberarsene e per aiutare anche chi ascolta a riconoscersi in un messaggio di rinascita?
Sicuramente la musica mi ha sempre aiutata a elaborare certe emozioni. Per me, scrivere una canzone è come riconquistare una piccola parte di me: con ogni brano mi sento un po’ più me stessa. Voglio creare musica che, sia dal punto di vista energetico sia da quello testuale, possa curare chi la ascolta. E siccome la musica, di per sé, è un mezzo immediato — qualcosa che o ti colpisce o no — penso che chi si sente attratto energeticamente dalle mie canzoni, in un certo senso, si ritrovi anche nel messaggio. E spero che questo possa essergli d’aiuto.
Se dovessi descrivere la tua “new life” con tre parole, quali sceglieresti e perché?
TUTTO VA AVANTI. Sceglierei queste tre parole perché, effettivamente, tutto va avanti, tutto continua. E oggi la mia trasformazione è stata questa, ma domani ne sarà un’altra. “New Life” non è una canzone che parla di una sola trasformazione, ma della trasformazione costante — quella di tutti i giorni, quella voglia di continuare ad ascoltare la propria voce interiore per crescere e diventare, ogni giorno, un po’ più se stessi. È un percorso che probabilmente non finirà mai del tutto, perché non si smette mai di crescere e di imparare. Ma questa trasformazione è qualcosa di bellissimo, soprattutto se sai che ti porta un po’ più verso casa, un po’ più verso la tua autenticità, per vivere la tua vita in modo più pieno.
Guardando avanti, dopo questo singolo, quali sono i tuoi prossimi passi artistici? Stai già lavorando a un nuovo progetto o a un album completo?
Come sempre, sto scrivendo tanta nuova musica e mi sto preparando anche per qualche nuovo talent. Presto uscirà il mio nuovo EP: non so ancora esattamente quando, ma non manca molto!
C’è qualche artista con il quale ti piacerebbe collaborare?
Con Loredana Berté, sarebbe un sogno. Oppure anche con Gianna Nannini.
Ultima domanda Un duetto impossibile?
Aretha Franklin oppure anche Janis Joplin. Grandi cantanti, piene di grinta!
