Ventotto volte no, anzi ventinove. Ma i Jalisse non si fermano e trasformano l’ennesima esclusione dal Festival di Sanremo in energia creativa. TARATATA è il nuovo singolo di Alessandra Drusian e Fabio Ricci, in uscita il 19 dicembre in radio e su tutte le piattaforme digitali, ed è uno dei brani proposti – senza esito – a Carlo Conti per Sanremo 2026.
Scritto, arrangiato e interpretato dai Jalisse, con chitarre, mix e mastering curati da Marino De Angeli al Majestic Studio di Treviso, TARATATA è prodotto da Catcher Music PM, edito da Starpoint/Royal e distribuito da Altafonte Italia. Un brano dalle sonorità moderne che racconta una storia semplice e quotidiana, filtrata da quell’ironia gentile che da sempre contraddistingue il duo.
Coppia nella vita e nella musica, Alessandra e Fabio continuano a lavorare con l’entusiasmo di chi non ha mai smesso di credere nei propri sogni. Veri e propri artigiani della canzone, utilizzano i loro brani come messaggi da condividere, trovando nel web un terreno fertile dove la loro perseveranza è diventata, col tempo, una vera tendenza.
Dietro il fenomeno virale che accompagna ogni annuncio del cast sanremese, ci sono due artisti antidivi, persone tra le persone, capaci di raccontarsi senza filtri. Le loro reazioni social all’ennesimo “no” sono ormai un appuntamento attesissimo: dopo le birre stappate in diretta Instagram lo scorso anno, questa volta hanno festeggiato il “29° compleanno… di no” gonfiando palloncini rossi, sempre con il sorriso. «Tanto noi non ci arrendiamo! Continuiamo a portare avanti la nostra musica, i nostri progetti e anche i nostri sogni. Chissà che il prossimo anno si riesca a festeggiare il nostro trentennale sul palco dell’Ariston! La gente ci vuole e noi cercheremo di non deluderla», raccontano.
TARATATA è una dichiarazione di intenti: un ritmo avvolgente, facile da canticchiare, che parla di amore, resistenza e vita condivisa. Anche nelle giornate più ripetitive, tra lavatrici e panni da stirare, la canzone invita a guardare tutto con più leggerezza. Un inno discreto ma sincero al grande entusiasmo per la vita, quello che non si spegne mai, nemmeno dopo ventinove porte chiuse.