Come farcela a Londra in soli 30 giorniCome farcela a Londra in soli 30 giorni. Giovani italiani che emigrano. E ce la fanno ad essere indipendenti in un solo mese. Impensabile attualmente in Italia. La crisi economica che sta attraversando il nostro paese è sempre maggiore. La disoccupazione under 30 è intorno al 30%. E se lavori sei nella stragrande maggioranza dei casi un precario con un contratto da fame. Anche se sei laureato. Ed ecco che la voglia di andare via, emigrare come facevano i nostri bisnonni torna in voga. Un’indagine dell’Osservatorio “Work in Progress” ci dice che il 64% dei giovani italiani sarebbe propenso ad andare a vivere lontano e che il 37% ha già inviato il suo curriculum all’estero e sarebbe pronto a trasferirsi immediatamente.
Alessandro questa scelta l’ha già fatta. 30 giorni e 30 notti. E’ partito solo con un biglietto di andata, l’affitto per un mese già pagato e la voglia di farcela. Questa è la sua lettera.

Ho 24 anni e lo scorso febbraio mi e’ scaduto il contratto di lavoro presso un negozio di telefonia nella mia città, Vicenza. Da molti anni avevo voglia di provare un’esperienza all’estero ed anziché continuare a cercare il perché mi son detto “perché no”? Grazie ad un contatto che avevo a Londra trovare un appartamento è stato cosa facile. Ho inviato i miei 360 pound per il primo mese (poco più di 400 euro) bollette incluse e condivido la stanza con un’altra persona. In casa siamo in 8, di varie nazionalità ma le persone sono veramente squisite. Certo, se pensate di arrivare a Londra e avere la vostra camera singola preparatevi a sborsare molto più di 400 euro al mese. La casa si trova nel quartiere di Bethnal Green (Zone 2) molto ben collegata con il resto della città sia dagli autobus che dalla metro. Consiglio spassionato: usate gli autobus anziché la metro. Risparmierete 40 pound al mese di abbonamento (80 pound per gli autobus, 120 per la metro in zona 1-2 di più se dovete andare in zone più periferiche di Londra). Trovato l’appartamento ora c’e’ da trovare un lavoro. Anche perché se siete under 30 come me e’ molto probabile che un lavoro non ce l’abbiate. La questione principale è: come siete messi con l’inglese? Io personalmente pensavo di cavarmela abbastanza bene. Poi una volta che arrivi qui capisci che il tuo livello d’inglese che ritenevi discreto/buono è praticamente pessimo. Fanno fatica a capirti. Anzi non si sforzano di comprenderti. Se non conoscete l’inglese avete quindi tre alternative:
A) Stare a casa
B) Farvi un paio di mesi di scuola d’inglese. Ovviamente dovete avere (tanti) soldi da parte
C) Cercare un lavoro come kitchen-porter. Si lo la qualifica detta così sembra anche figa. In realtà ti tocca fare il lavapiatti. Vi faccio un esempio. Un mio coinquilino spagnolo arrivato a Londra non capiva e parlava una parola di inglese. Dopo aver cercato lavoro per due mesi stava per tornare a casa appunto perché non conosceva la lingua quando all’improvviso ha trovato lavoro come lavapiatti in un ristorante di Shoreditch.
Se invece il vostro livello di inglese è più che buono ecco che qualche negozio potrebbe accettarvi come commesso o qualche ristorante e bar come barista o cameriere. Se invece siete madrelingua e/o pieni di soldi che state leggendo a fare?
Torniamo a me. Trovata la stanza mancavano due settimane alla partenza. Ecco allora che occorre preparare un curriculum. Prima cosa da fare. Cestinate il CV con il formato europeo. Qui non piace e lo odiano. Per cercare quello in inglese Google vi aiuterà. Lo ammetto, io ho un po esagerato. Non avendo mai lavorato in un bar e ristorante ho dovuto “inventarmi” qualche vecchia posizione lavorativa. E ora cerchiamo un lavoro: dove? Gumtree.com sarà il vostro sito di riferimento. Lo guarderete più di Xvideos e YouPorn. E’ simile a tanti nostri siti, ma almeno le offerte di lavoro qui sono vere. E ho iniziato ad inviare dozzine di CV. Tra tanti rifiuti e qualche “le faremo sapere” sono fortunato. Riesco a fissare un colloquio il pomeriggio seguente del mio arrivo a Londra. Si tratta di un lavoro come cameriere al 39° piano di un palazzo a Liverpool Street. La chiamano “trial-shift” che non è altro che una prova non pagata di circa 4 ore per capire se sei adatto al ruolo. Mi mancava una camicia nera che mi avevano chiesto. Sono andato da Primark. Ve ne parlo perché ha prezzi veramente ridicoli per il vestiario. Dopo aver asciugato bicchieri per sei ore il manager mi dice che era andata bene e che mi avrebbe mandato una mail per cominciare di li a tre giorni. Sono euforico. Ce l’ho fatta. Al primo colpo ho già un lavoro. Ma non era così. Dopo aver mandato 3 mail e aver fatto 2 chiamate a quel manager non ho avuto più loro notizie. Scomparsi. E mi ritrovo punto a capo. Non mi perdo d’animo. Vado in un internet point, stampo una ventina di CV e comincio a girare negozi e ristoranti/caffetterie. Passano i giorni. Passa una settimana e non trovo un lavoro. Giro come un pazzo l’intera città in cerca di agenzie per il lavoro. Inizio a preoccuparmi, però scopro nel frattempo anche l’utilità di un’app per iPhone “Cityviewer” perfetta per metro autobus ed indirizzi. Mi sono dimenticato di aggiungere che quando ancora ero in Italia ero riuscito a fissare un altro colloquio. Ebbene, mi dirigo a Stratford (quartiere nuovo costruito per l’olimpiade dello scorso anno e molto malinconico per quanto mi riguarda) e scopro che intanto quell’agenzia aveva chiuso. Arrabbiato e sconfortato vista l’ora del mattino torno verso casa e intanto continuo a mandare curriculum. Riesco a fissare un un trial-shift da KFC ma quando arrivo mi sento rispondere che è necessario l’insurance number, una sorta di codice fiscale inglese che bisogna fare appena si arriva. Si telefona, ti fissano un appuntamento da li ad un paio di giorni, ti fanno un’intervista per assicurarsi che tu non voglia fare una strage e dopo un altro paio di giorni ti arriva a casa tramite lettera. Nell’attesa che arrivi l’insurance number fisso altri due colloqui. Sono due grosse catene di ristoranti in città e siamo circa una quarantina di candidati per il primo e una cinquantina al secondo. Ci fanno compilare delle prove attitudinali. Per quanto riguarda il primo lavoro rimaniamo in una decina e mi invitano al solito “trial shift” per il lunedì successivo. Per quanto concerne la seconda prova dopo essere rimasti in 20 ci informano che siamo ufficialmente del team e che inizieremo a lavorare presso il Victoria e Albert Museum dove sarà inaugurata la mostra di David Bowie. Ce l’ ho fatta !!!
Dopo 13 giorni ho un lavoro che mi permetterà di mantenermi. Ufficialmente inizio a lavorare nel mio 19° giorno londinese. Il contratto è fino a dicembre. Un giorno sei in cassa, il giorno dopo a preparare panini, poi al servizio bar. Sempre a contatto con il pubblico. Come inizio non c’è male. Qui pagano ogni settimana. Ed ho già fatto il conto che dalla seconda settimana di paga sarà ufficialmente indipendente.

Veniamo ai numeri:
Per partire dall’Italia sono stati necessari 1.300€ prima di diventare economicamente autonomo.
800 € 2 mesi di affitto
+ 150 € mezzi pubblici
+ 50 € volo Treviso/Londra
+ 300 € per sopravviver nei primi 40 giorni
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1.300 €

Per quanto concerne il cellulare con la 3 inglese con soli 15 pound hai 300 minuti 3000 sms ed internet illimitato. Questa è stata la mia esperienza personale. E ricordate se una mattina vi svegliate a Londra e c’é il sole…qualcosa e’ andato storto!!!.