Achille Lauro, la lettera dell’ex fidanzata sulla canzone di Sanremo
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Achille Lauro, la lettera dell’ex fidanzata sulla canzone di Sanremo

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Cari giornalisti, le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni. Sono la nostra storia. Questa è “Incoscienti Giovani” raccontata da chi l’ha vissuta, stasera dal mio più grande amore:

Inizia così la lettera che Achille Lauro ha inviato ieri a tutti i giornalisti presenti a Sanremo 2025 dopo la sua esibizione per spiegare la sua canzone “Incoscienti Giovani”. Una lettera scritta da qualcuno che si firma ‘S.’.

Ecco il testo della lettera completo:

“Quando ho conosciuto Lauro era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati. Io vivevo da sola con mia madre, e lui veniva spesso da noi. Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo, per mia madre era come un figlio. Aveva questa ossessione per la scrittura, come se fosse l’unico modo per dare un senso a tutto ciò che lo circondava e , probabilmente, scrivere lo aiutava anche a metabolizzare la situazione che viveva. Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. É forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio. Io lo capivo. Anche io e mia madre eravamo rimaste sole. Mio padre l’ha sempre umiliata, fino al giorno in cui se ne è andato. Lui non ha mai saputo cosa significasse davvero stare insieme. Lui non conosce l’amore. Anche in quegli anni senza casa, Lauro non mi ha mai chiesto aiuto. Si vergognava. Dormiva dove capitava: Ricordo quell’hotel fatiscente a una stella a Boccea, che odiava, e quella vecchia Peugeot 206 grigia. Ricordo che mentiva, pur di non pesare su di me e su i suoi amici. A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva: “Tranquilli, sto da un amico.” Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio. Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente e sarò sempre innamorata di quel ragazzino sognatore. Nonostante fosse un ragazzo difficile, chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa. Forse proprio quella che ancora oggi riesce a mettere in quelle canzoni che parlano ancora di noi, Come questa.” Il tuo più grande amore, S.

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