Dopo mesi di trattative e incertezze, è arrivata la fumata bianca per il Festival di Sanremo 2026. La Rai e il Comune ligure hanno finalmente trovato l’accordo per l’organizzazione della 76ª edizione della kermesse. L’annuncio è stato dato al TG1 in prima serata, mettendo fine a un lungo braccio di ferro che aveva fatto ipotizzare persino un trasloco della manifestazione. L’intesa è stata raggiunta al termine di due giorni di incontri a Palazzo Bellevue, sede del municipio sanremese, tra una delegazione di dirigenti Rai e gli amministratori locali. Il Festival resterà a Sanremo e si svolgerà dal 24 al 28 febbraio 2026, date leggermente posticipate rispetto al consueto per evitare la sovrapposizione con le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.
In un comunicato congiunto diffuso in serata, Viale Mazzini ha parlato di “due giorni di proficuo e intenso lavoro” che hanno portato alla tanto attesa intesa. La stessa nota ufficiale aggiunge che “la procedura amministrativa proseguirà nei prossimi giorni con i rispettivi passaggi istituzionali, tra cui anche il passaggio in Cda Rai, necessari per chiudere l’iter”. In altre parole, l’accordo dovrà essere formalizzato dal Consiglio di Amministrazione Rai (nella riunione fissata per il 18 settembre) e successivamente ratificato dalla Giunta comunale di Sanremo. L’intesa coprirà il triennio 2026-2028, con possibilità di un ulteriore biennio di proroga, garantendo così al Festival di rimanere nella città dei fiori almeno per i prossimi tre anni.
La lunga trattativa – durata circa nove mesi – è stata caratterizzata da diversi nodi spinosi. Tra i punti salienti del bando pubblico a cui la Rai ha partecipato figuravano il versamento di un corrispettivo annuale di almeno 6,5 milioni di euro al Comune, oltre a una quota non inferiore all’1% dei proventi pubblicitari del Festival. Questa richiesta economica da parte dell’amministrazione è stata giudicata “irricevibile” dai vertici Rai. Ma il nodo più delicato si è rivelato quello della titolarità del marchio e del format della manifestazione. Il brand “Festival della Canzone Italiana” è infatti registrato dal Comune di Sanremo, mentre il format televisivo dello show è un prodotto ideato dalla Rai.
Proprio la disputa sulla “paternità” del Festival ha rischiato più volte di far saltare l’accordo in extremis. Viale Mazzini aveva persino ventilato l’ipotesi di abbandonare la città ligure e organizzare nel 2026 un diverso concorso canoro altrove – un ipotetico “Festival della Canzone Rai” – pur di mantenere il controllo sul format. Diverse altre città, da Torino a Napoli, si erano fatte avanti manifestando interesse ad ospitare la kermesse qualora fosse naufragata la trattativa con Sanremo. Alla fine, però, il dialogo serrato ha prodotto l’intesa auspicata da entrambi le parti: il Festival resta nella sua sede storica e la Rai ne mantiene l’organizzazione.
Con l’accordo raggiunto, Sanremo può tirare un sospiro di sollievo. La 76ª edizione del Festival – la più importante manifestazione musicale italiana – andrà regolarmente in scena al Teatro Ariston dal 24 al 28 febbraio 2026, subito dopo la chiusura dei Giochi olimpici invernali. Alla conduzione e direzione artistica è stato confermato Carlo Conti, che guiderà il Festival per il secondo anno consecutivo. Conti, già presentatore delle edizioni 2015-2017, era da settimane al lavoro sulla selezione delle canzoni e sulla costruzione del cast: ora può proseguire con la certezza che Sanremo 2026 si farà e che la tradizione della Città dei Fiori proseguirà senza interruzioni.